«Lo sguardo femminile permette una narrazione diversa, che fa vedere cose nuove, o vedere in altro modo quelle conosciute. Una narrazione, quindi, che sia la cifra di un nuovo approccio culturale. Con questo web talk abbiamo proprio voluto raccontare, attraverso gli occhi di donne impegnate in diversi ambiti, come queste siano portatrici di una “differenza ri-generante”, una diversa postura da cui guardare le relazioni, la società, il mondo, e in esso agire con sano orgoglio avendo la consapevolezza della necessità di uno sguardo differente e complementare a quello maschile».
È quanto ha dichiarato Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia durante il web talk “Mi vanto di essere donna – Storie di donne tra ostacoli, opportunità e proposte”, che si è tenuto lunedì 1 marzo.
L’evento, promosso dalle ACLI di Roma aps, si è svolto nell’ambito di “E…vento di donna” un progetto che le ACLI di Roma portano avanti in rete con US ACLI Roma, Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, Centro studi “Pluriversum”, Agenzia Comunicatio, Associazione culturale “Punto & Virgola” e “Libera Mondo” grazie al sostegno del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri” con l’obiettivo di contrastare le discriminazioni di genere e la violenza sulle donne tramite azioni di sensibilizzazione che puntino al cambiamento socio-culturale.
«Sono tre – ha aggiunto Borzì – i fili trainanti per un pieno e necessario riconoscimento delle donne a tutto tondo: il primo è senza dubbio il lavoro dignitoso, quello che dà tutele e diritti, in termini di sicurezza, salute, retribuzione equa. E per la donna in particolare significa non solo autonomia, ma riconoscimento della propria dignità. Il secondo filo trainante, strettamente collegato al primo, è il welfare: c’è urgenza e necessità di un welfare generativo e sartoriale che accompagni, promuova e moltiplichi le opportunità delle donne, non costringendole a scegliere tra famiglia e lavoro. Il terzo e ultimo filo trainante riguarda l’uguaglianza nelle opportunità, ovvero la necessità di una virtuosa competizione, nel segno della meritocrazia, che non consideri le donne una specie da proteggere, ma neanche le penalizzi, come spesso accade. No, quindi, alle “quote rosa” e sì alle “quote di merito”, ovvero essere giudicati per quello che effettivamente una persona vale, in termini professionali e relazionali, indipendentemente dal sesso di appartenenza».
«Oggi – ha dichiarato la Ministra per le Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti – parlare di empowerment femminile significa riconoscere che il nostro Paese ha una sfida strategica che deve interpretare: promuovere il reale e fattivo protagonismo delle donne in tutti i contesti sociali, lavorativi, economici, famigliari e relazionali. Si tratta quindi non solo di promuovere un Paese più giusto e inclusivo, ma soprattutto di dare vita a un modello di sviluppo che sia davvero per tutte e per tutti, e capace di essere all’altezza della sfida storica che abbiamo davanti».
«La mia esperienza – ha detto Giovanna Botteri, inviata RAI – come inviata mi ha fatto capire che noi donne con il nostro vissuto possiamo cambiare la narrativa, e questo è fondamentale perché significa cambiare davvero la società, capire, spiegare, andare a fondo. Il nostro modo di fare le cose è così forte e così vero che può cambiare il corso della storia. Per farlo, però, bisogna essere in tante, avere coraggio e crederci. Esiste una cultura della violenza, del bullismo della sopraffazione, che è intollerabile e occasioni come quella di oggi sono importanti per riuscire a cambiare questa narrazione. È una battaglia che va fatta per lasciare alle nostre figlie e ai nostri figli un mondo migliore».
Tante le donne che hanno partecipato all’incontro: Sabrina Alfonsi, presidente Municipio Roma I Centro, che ha portato la propria esperienza di donna in politica, parlando dell’importanza di una democrazia paritaria; Daniela Gazzini, fondatrice di un marchio Food&Lifestyle e di una collezione di locali a Roma, che ha raccontato cosa significa essere una donna imprenditrice; Sandra Giorgio, responsabile coordinamento donne ACLI Roma, che ha parlato di una particolare categoria di donne lavoratrici, le colf, troppo spesso lasciate sole e vittime del lavoro nero; Lucia Muscari, dirigente Compartimento Polizia Postale Liguria, la quale ha parlato del problema del sessismo sul web, acuito anche dalla pandemia; Patrizia Sciarma, dirigente scolastico I.I.S Via di Saponara 150, che ha parlato del ruolo che deve mantenere la scuola nella formazione dei giovani anche sul tema della parità di genere; Gabriella Stramaccioni, garante per i detenuti Città Metropolitana di Roma Capitale, che ha raccontato le tante difficoltà della popolazione femminile detenuta in Italia; Antonia Carla Testa, prof associato Ginecologia e Ostetricia Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, per la quale l’umanità ha bisogno dell’intelletto, del cuore, della spiritualità e dell’umanità che sono proprie delle donne; e Giovanna Vitale, giornalista inviata de La Repubblica, che ha invece raccontato l’esperienza delle donne nel mondo del giornalismo, ancora quasi totalmente in mano agli uomini. Ha condotto Benedetta Rinaldi, presentatrice RAI.