Un tempo intenso quello che abbiamo vissuto alla ripresa della nostra attività dopo la pausa estiva. Intenso e variegato, ma con un filo rosso che ha legato le nostre iniziative, dal momento conclusivo del nostro Cantiere per ROMA, a quello inaugurale del 53esimo Incontro nazionale di studi che ci ha visto protagonisti insieme alla realtà locale di Corviale.
Una scelta appropriata per parlare di COMUNITA’ e BELLEZZA, in una chiave innovativa, anzi spiazzante. Non per noi, però, delle ACLI di ROMA che sperimentiamo ogni giorno la bellezza di impegnarci come ‘artigiani del SOCIALE’ accanto e per i soggetti più a rischio di esclusione nella nostra città.
Ecco il filo che lega le nostre esperienze del mese di settembre. L’impegno per la Capitale a ridosso delle elezioni amministrative ha attraversato i lunghi mesi del CANTIERE ROMA dando voce ai SOGGETTI della realtà romana, bambini, giovani, immigrati, donne, anziani e infine famiglie. I risultati di questa ricerca, che si è avvalsa di un confronto a più voci tra esperti e rappresentanti del mondo del sociale, della cultura, sanità ed economia, sono approdati il 15 settembre nell’AULA consiliare ‘Giulio Cesare’ in Campidoglio. Il ‘luogo più alto’ delle istituzioni cittadine, in senso proprio e figurato, come ho avuto modo di sottolineare nel mio intervento. La bellezza del luogo era in questo evento quasi tattile, sulla piazza immaginata da Michelangelo e in un edificio dalle mura cariche di storia, come sempre avviene a Roma.
Meno evidente, ma altrettanto reale la bellezza nella palestra di CALCIO SOCIALE a CORVIALE, simbolo della volontà di riscatto di quanti abitano in una delle periferie più difficili e complesse della Capitale.
Il ‘serpentone’ ha per molto tempo rappresentato plasticamente la “bruttezza” urbana, fatta di esclusione, degrado e marginalità di famiglie, giovani, anziani. La periferia che da luogo fisico diventa ‘ESISTENZIALE’, come dice il nostro vescovo, papa Francesco.
Di quale bellezza si tratta?
Quella dei legami e delle relazioni, quella delle SFIDE difficili, ma appassionanti, che come ACLI di Roma insieme a tante organizzazioni del territorio, raccogliamo quotidianamente nella nostra azione sociale di contrasto alle POVERTA’, materiale anzitutto, ma anche relazionale, ed educativa, e che nei mesi della pandemia abbiamo continuato ad affrontare, distribuendo viveri, kit igienico-sanitari e scolastici e attivando presidi solidali.
La BELLEZZA della RETE che abbiamo stretto con altri soggetti della comunità locale, dall’associazione ‘Calciosociale’ alla piscina Arvalia eccellenze affiliate alla nostra Unione Sportiva ACLI di Roma, ma anche ‘Corviale domani’, l’Associazione inquilini di Corviale, l’istituto ‘Fratelli CERVI’, e la Parrocchia di San Paolo alla Croce in cui è nato il Circolo ACLI Mons. Di Nardo. Compagni di viaggio speciali con cui condividiamo progetti e laboratori di formazione e sostegno all’ apprendimento.
La RETE si è materializzata coniugando concretezza e visione, secondo lo stile politico-associativo che è quasi un ‘brand’ delle ACLI romane perché la Bellezza non è astratta, non è una gioia da assaporare in solitudine, ma nasce dalla CONDIVISIONE di obiettivi e azioni, da significati spartiti e moltiplicati, da imprese che proprio per la loro difficoltà uniscono e danno ali alla speranza.
Un filo rosso ha unito idealmente la sommità del CAMPIDOGLIO e il “serpentone” di Corviale, la città delle istituzioni e quella delle fragilità, ma anche delle energie di rigenerazione che dalle periferie possono affluire al CENTRO, in un percorso che non è a senso unico ma fatto di andata e ritorni, di dare e ricevere.
La Grande Bellezza del Centro storico e la Bellezza ferita delle periferie, possono unirsi in uno stesso skyline della nostra Capitale, non utopico ma possibile, da costruire e ri-costruire con la forza dei legami e la dignità delle persone. Progettando e co-progettando, sognando e realizzando i sogni, PER e CON i soggetti, le famiglie, le istituzioni, i compagni di strada e coloro che hanno la responsabilità del BENE COMUNE. Cioè a dire di tutti NOI. E’ “noi” il pronome della bellezza, contro l’”io mongolfiera”, come l’ha definito con una efficace metafora nel suo ricco intervento la teologa Serena Noceti. L’io gonfio di sé che desertifica i luoghi, il noi inclusivo degli altri che li anima e vivifica.
La BELLEZZA della RETE per le ACLI di Roma è più che un metodo di lavoro, è un VALORE aggiunto del nostro impegno SOCIALE. Nell’immaginario considerato un lavoro grigio, da linoleum e muri scrostati e che invece nasconde una BELLEZZA celata in un caleidoscopio di colori, che permette di ricevere più di quello che si dà.
Una grande bellezza nascosta nei piccoli gesti e che contribuisce a rendere più bella la nostra città. Bisogna avere lo sguardo acuto dell’attenzione per coglierla e valorizzarla, quello che chiediamo, con le proposte scaturite dal Cantiere Roma, alle istituzioni cittadine per promuoverla e custodirla, anche attraverso l’allocazione delle risorse economiche e il riconoscimento delle competenze diffuse.
Come ACLI di Roma non abbiamo paura a scomodare il termine BELLEZZA per il nostro impegno sociale quotidiano. Ci sembra il più appropriato per accompagnare la nostra Capitale verso la sua destinazione ‘universale’ di un umanesimo compiuto e di una democrazia rinnovata, di tutti e per ciascuno. Più di un programma politico, un progetto ETICO, attorno al quale chiamare a raccolta talenti e capacità, mondo produttivo e soggetti della società civile. A partire dal basso, dall’ascolto dei bisogni e dalla lettura delle criticità. Dal racconto della città che fanno i suoi protagonisti, spesso invisibili, anonimi e disseminati nella ‘folla’ metropolitana, più che mai dispersi nella crisi pandemica e sociale, che comunque non ha spezzato la resilienza della città.
Come nelle grandi cattedrali del medioevo, la Bellezza può essere il frutto nato da un sogno collettivo, di “maestranze del sociale” e di istituzioni cittadine, nel quale le donne e gli uomini della CITTA’ si riconoscano e si aprano al futuro.