I giovani romani tra i 17 e i 20 anni hanno come pensiero ricorrente il tema del percorso da intraprendere una volta terminate le scuole secondarie superiori, sia che siano indirizzati verso l’università, sia che scelgano di entrare nel mondo del lavoro. Il 90% di loro, infatti, ne parla molto o abbastanza spesso con i genitori, mentre il 58% con gli amici. Allo stesso tempo, però, il 38% delle intervistate e degli intervistati si sente poco o per niente preparato a fare delle scelte post-diploma consapevoli. Sotto questo profilo, il 55% si sente poco o per nulla in grado di compilare un cv; il 51% non si considera capace di presentare una candidatura per un lavoro, il 47% non pensa di essere in grado di sostenere un colloquio di lavoro.
Sono alcune anticipazioni di una ricerca dal titolo “Il lavoro immaginato”, promossa dalle ACLI di Roma e provincia in collaborazione con l’IREF e giunta a circa metà del percorso che prevede l’ascolto di 1000 giovani romani. Questi dati sono stati presentati oggi nel corso della terza edizione dell’evento “LaborDì”, la giornata dedicata ai giovani e al mondo del lavoro promossa dalle ACLI di Roma e provincia con il patrocinio di Diocesi di Roma, Regione Lazio, Città metropolitana di Roma Capitale, Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, Unindustria e ManagerItalia Lazio. Partner dell’evento Eni, Gruppo Fs Italiane, Risorse per Roma, Enel, Würth, Vittoria Assicurazioni e Tecne – Autostrade per l’Italia e la media partnership di Rai Radio3. All’iniziativa partecipa la Regione Lazio attraverso i fondi europei FSE+ 2021-2027. Previsto un punto informativo con gli esperti di Lazio Innova.
Protagonisti della giornata sono oltre 1600 ragazze e ragazzi da 17 anni in su provenienti da 22 istituti di formazione superiore di Roma e provincia che vivono una giornata di incontro, orientamento e formazione con 45 aziende ed enti e 70 recruiter professionisti per un totale di 560 ore di colloqui, e in parallelo durante la giornata si terranno oltre 80 workshop.
“Le ACLI di Roma – dichiara la presidente Lidia Borzì – mettono al centro del loro impegno il binomio giovani e lavoro dignitoso, un binomio cruciale per il nostro presente e per il nostro futuro, e intorno al quale ruotano tanti nodi centrali della nostra società, a partire da quello della realizzazione di progetti di vita stabili, come il tema della natalità, a quello della salute mentale e della realizzazione di sé. Per noi, mettere al centro questo binomio significa partire innanzitutto dall’ascolto dei giovani, che noi facciamo sia in maniera diretta, con i ragazzi che incontriamo nei nostri progetti solidali e nelle scuole, nelle attività sportive dell’US ACLI e in quelle di volontariato, sia leggendo e interpretando i numeri e i dati. Per questo abbiamo promosso una ricerca per sondare opinioni e atteggiamenti nei confronti della transizione verso il lavoro o l’istruzione terziaria”.
“Il LaborDì – prosegue Borzì – nasce proprio come risposta a questo ascolto. Abbiamo toccato con mano i bisogni dei giovani, abbiamo capito quali sono le loro principali difficoltà e su quali aspetti hanno bisogno di aiuto. Sono loro il motore del nostro Paese e noi, per alimentarlo, abbiamo quindi pensato a questa giornata per offrire loro un’occasione concreta di sviluppare maggiori capacità e una maggiore consapevolezza umana e professionale, nonché di riscoprire il lavoro dignitoso come valore e virtù, ma anche di mettersi nelle condizioni di prendere la decisione che ritengono più giusta per il loro futuro, una decisione cruciale che ha poi risvolti concreti molto importanti sulle loro vite. Riteniamo che l’ascolto sia la prima parte di una buona azione politica, e perciò crediamo che questo percorso vada non soltanto proseguito, ma anche potenziato, ed è quello che vogliamo fare nel 2025, piantando un altro seme di speranza in occasione del Giubileo».
“La ricerca che abbiamo anticipato- conclude Borzì – ci dice anche che per l’80% delle studentesse e degli studenti per fare una scelta non basta informarsi su internet, ma è meglio farsi consigliare da persone esperte e competenti. Ecco perché oggi abbiamo voluto che qui ci fosse una rappresentazione tanto delle istituzioni, quanto della società civile e delle imprese, perché i giovani in questo percorso non vanno lasciati soli, né colpevolizzati se lamentano delle mancanze. Accanto alla scuola, il primo e fondamentale sostegno per loro in questo ambito, serve l’impegno di tutti gli attori per creare una rete che collabori e che li sostengano”.
Il messaggio di papa francesco
ll Pontefice ha inviato un messaggio per la terza edizione del “LaborDì” delle ACLI di Roma.
“Oggi Papa Francesco compie 88 anni. A lui vanno i nostri migliori auguri, ma anche un sincero ringraziamento perché in questa giornata così importante ha scelto di inviare un messaggio a noi e a tutti i ragazzi e le ragazze che stanno partecipando al LaborDì. Un regalo speciale, che ha fatto lui a noi, e che vogliamo ricambiare donandogli la gratitudine e l’applauso dei 1600 giovani che sono con noi oggi”.
“Il Pontefice – continua Borzì – secondo il suo solito stile parla con il cuore e al cuore dei giovani. E proprio al loro cuore ha dedicato parole bellissime, invitandoli a portarlo con loro anche nel mondo del lavoro, a custodirlo per rimanere in pace e liberi. È un invito molto bello, che solo all’apparenza può sembrare astratto, ma che è invece molto concreto e indica ai ragazzi e alle ragazze la via giusta per approcciarsi al mondo del lavoro e alla vita”.
“Accogliamo – conclude Borzì – il suo invito a non piegare e corrompere i giovani, ma anzi a dare loro la mano e confidare in ciò che è seminato nei loro cuori. È quello che questa giornata vuole fare, mettersi accanto a loro, guidarli, dargli degli strumenti per essere più consapevoli, e poi lasciare a loro le scelte e le decisioni per il futuro. È il metodo che riteniamo migliore per essere loro veramente d’aiuto, senza imposizioni, e siamo convinti che, con la vicinanza e la benedizione del Santo Padre, questo percorso che abbiamo tracciato possa dare frutti importanti”.